VLT: raccolta a -34%, operatori e giocatori in difficoltà

Lo avevamo definito un “suicidio di Stato”, e tale si sta rivelando.L’introduzione dell’obbligo di identificazione dei giocatori attraverso la lettura della tessera sanitaria imposta dal legislatore sulle Vlt a partire dal primo gennaio di quest’anno, si sta rivelando sempre più critico per l’economia delle sale da gioco italiane e per gli addetti ai lavori. Con la raccolta registrata sulle reti dei principali concessionari italiani crollata – secondo le stime di GiocoNews.it – di circa il 34 percento nei primi 15 giorni dell’anno. Peggio ancora, poi, dal 15 gennaio: data in cui è stata introdotta anche la nuova versione della cosiddetta “Win Tax” – la tassazione sulle vincite introdotta qualche anno fa e drasticamente inasprita dalla Manovra economica per il 2020 – con i tempi di fermo dei terminali di gioco dovuti all’aggiornamento delle macchine per l’introduzione della nuova soglia e della nuova aliquota, che ha visto la raccolta registrare addirittura un picco di “meno” 40 percento. Un risultato a dir poco devastante per gli addetti ai lavori che operano nel comparto, che si somma peraltro a una serie di disagi che emergono nelle sale della Penisola. “Quello che sta avvenendo nelle sale in questi giorni è un qualcosa di assurdo – lamenta Roberto, che gestisce una catena di sale nel Nord Italia – con tanti giocatori di nazionalità diversa da quella italiana, tra turisti o altro, che non sono in possesso di una tessera sanitaria rilasciata dal nostro Paese, oppure non ancora, e non possono quindi giocare. E non si capisce perché lo Stato, ma soprattutto le nostre imprese, dovrebbero rinunciare a quei soldi”. Non solo. Per i titolari delle sale le nuove misure comportano anche un altro tipo di distorsione: “In questi giorni ci capita ormai sistematicamente di doverci mettere a rintracciare dei giocatori che dimenticano la propria tessera all’interno delle macchine da gioco, aumentando così la complessità di gestione di una sala e creando notevoli imbarazzi nel nostro personale, visto la delicatezza, in termini di privacy, di mettersi a rintracciare un giocatore”. La cosa più preoccupante, tuttavia, per gli addetti ai lavori e quello che appare come il maggiore non-senso legato all’introduzione di questo tipo di misure è il fatto che l’obbligo di identificare il giocatore “elettronicamente” per verificarne la maggiore età, viene introdotto unicamente per un prodotto di gioco che è l’unico già riservato esclusivamente ai maggiorenni, visto che la legge impone il divieto di accesso agli ambienti dedicati alle Vlt ai minori, con il controllo di accesso che viene fatto all’ingresso dei locali. Rendendo pressoché impossibile il fatto che un minore si trovi davanti a una Vlt, a differenza di altri giochi. Ma la cosa che gli addetti ai lavori ritengono ancora più inutile è il fatto che nel perdere quei tanti giocatori che, messi di fronte all’obbligo di inserire la propria tessera sanitaria per giocatore, abbandonano la sala perché si sentono come “schedati”, lo Stato non potrà neppure dire di aver contribuito a distogliere l’attenzione dall’azzardo, ma il semplice spostamento da un gioco all’altro. “Quello che stiamo vedendo e ascoltando in questi giorni – spiega Matteo, titolare di una sala della Capitale – è che i giocatori che non vogliono o non possono giocare con le videolottery perché non hanno una tessera sanitaria o non la vogliono utilizzare, non fanno altro che cambiare la destinazione del loro investimento scegliendo un’altra forma di gioco, entrando in una sala scommesse, in un tabaccaio o una ricevitoria. Di certo quei giocatori non abbandonano una sala Vlt per andare in una biblioteca o all’oratorio”.

fonte
https://www.gioconews.it/newslotvlt/57-generale34/63024-vlt-raccolta-a-34-operatori-e-giocatori-in-difficolta

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